A Tel Aviv, un’abitazione serena e luminosa, dal design su misura e un modernismo soft touch, trasforma la disabilità in comfort e qualità di vita

Sorge in un’esclusiva zona residenziale nei dintorni di Tel Aviv, la Città Bianca dello stile Bauhaus, importato dalla Germania negli anni Venti-Trenta del secolo scorso con i suoi paradigmi di riferimento architettonico (funzione, luce, semplicità delle forme, artigianalità), questa casa unifamiliare di nuova costruzione che è stata progettata dall’interior designer Nurit Geffen per una coppia con tre figli.


Nurit Geffen
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Lo studio di interior design Nurit Geffen divide l'attività tra progettazione di appartamenti di lusso, attici, abitazioni private, uffici e spazi commerciali. Il lavoro include la gestione del progetto e una stretta supervisione, dall'inizio alla fine, offrendo ai clienti un interior design unico e stimolante insieme alla gestione efficiente del progetto. Il modo di lavorare in studio pone al centro gli stili di vita, i comportamenti e le esigenze di ogni cliente, e li implementa, nella progettazione personalizzata. L'esperienza personale del cliente è al centro del processo, coinvolgendolo nel progetto, nelle sue varianti, combinando tendenze contemporanee e classiche.

“Mi è stato dato il privilegio di pensare un’abitazione per persone speciali e l’impegno è stato grande quanto la soddisfazione di creare uno spazio che consentirà alla famiglia di vivere al meglio la sua complessa situazione”, ha spiegato l’interior designer israeliana, fresca del prestigioso riconoscimento dell’Houzz A’ Design Award & Competition per la categoria Office Design. Geffen è nota per il suo timbro umanista e austero, che esprime nel design made in Italy di alto livello e in una grande attenzione alla praticità; nel solco di quel “Less is More” di miesiana memoria che ha formato e plasmato la sua visione del mondo progettuale.

Il valore della concretezza è stato ispirato nella fattispecie dalla necessità di trovare soluzioni adeguate a una condizione particolare: “La madre ha subito un intervento chirurgico all’ernia del disco che le ha lasciato danni irreversibili costringendola molto spesso a letto”, racconta. “Bisognava ritrovare un’atmosfera positiva e ottimista. Ci ho messo tre anni. Sapevo che il sogno e la speranza simboleggiati dalla nuova casa erano enormi, e dovevo realizzarli anche se la situazione li rendeva difficili”, continua. “Ho voluto coinvolgere tutti durante il processo creativo, specialmente i bambini, che sembravano i meno interessati, anche per gli spazi a loro dedicati, cercando di cogliere le sfumature di alcune decisioni funzionali che poi ho dovuto prendere per conto loro”.

D’altronde è risaputo quanto le stanze rappresentino sempre i nostri bisogni interiori e quanto un ambiente sia in grado di dare e di togliere. L’edificio si sviluppa su tre livelli fuori terra più un interrato, con due blocchi che abbracciano un patio interno, secondo un rigoroso schema geometrico ortogonale di forme sobrie ed essenziali, bianche a contrasto con gli esili infissi di metallo nero. La sua superficie generosa (di 430 metri quadrati) e ben proporzionata ha coadiuvato l’opera della progettista nell’intento di attraversare confini fisici e simbolici con uno human touch che si è espresso innanzitutto attraverso uno studio di prossemica e di sensorial way nelle scelte dei materiali, nella disposizione degli spazi e degli arredi. E varcata la porta d’ingresso, in blu acceso, che si apre svelando il terrazzo e il patio pavimentati uniformemente in pietra naturale grigio titanio a enfatizzare il collegamento tra le due ali della casa, la sensazione è subito di ariosità e leggerezza, luminosità e armonia.

Ho voluto coinvolgere tutti durante il processo creativo, specialmente i bambini, che sembravano i meno interessati, anche per gli spazi a loro dedicati, cercando di cogliere le sfumature di alcune decisioni funzionali che poi ho dovuto prendere per conto loro."

Per amplificare al massimo nel paesaggio domestico le viste outdoor, che contemplano una preziosa piscina, con vasca idromassaggio, foderata in pietra verde del Guatemala, gli interni sono stati infatti bilanciati con sapienti vuoti e trasparenze permeabili allo sguardo e alla luce naturale: una precisa smaterializzazione del volume complessivo orientata a ottenere stanze per stare bene insieme ma anche da soli. Così, al piano terra, le zone living-pranzo-cucina, riunite in un unico open space, risultano divise solo a livello percettivo, sotto la copertura tradizionale a doppia falda inclinata e travatura lignea dipinta di bianco.

Il fronte vetrato, che inquadra il terrazzo interno, si chiude a nord con una parete contro la quale si ergono gli alti e scuri mobili della cucina in grafite nero che occultano alla vista il frigorifero e il forno incassati; e a sud con un muro rivestito da sottili lastre di pietra fumé che ritaglia la figura del camino e della tv, il fondale della zona conversazione. La cucina, tutta realizzata custom dall’italiana Modulnova, è completata poi da un’isola lunga quattro metri con piano cottura e lavabo in pietra integrati in una superficie di basalto nero, mentre al centro dell’ambiente un grande tavolo da pranzo in legno chiaro, disposto in parallelo, diventa un ulteriore protagonista di momenti conviviali. Queste tre zone fluide, che declinano il tema dell’attraversamento tra dentro e fuori senza un limite vero e proprio, rappresentano il preludio della ricerca di relazioni e connessioni che la progettista ha sviluppato nella sequenza narrativa degli altri episodi, con la medesima palette neutra e quasi monocromatica, nei suoi effetti di chiaro e scuro, che racchiude una grande ricchezza tattile a livello di materiali.

Mi è stato dato il privilegio di pensare un’abitazione per persone speciali e l’impegno è stato grande quanto la soddisfazione di creare uno spazio che consentirà alla famiglia di vivere al meglio la sua complessa situazione."

Il piano terra accoglie infatti uno spazio dedicato allo studio, un bagno glam per gli ospiti e le stanze personali riservate ai genitori, che integrano un’ampia zona notte, un piccolo salotto e un angolo cottura indipendente. Il modernismo alla Perriand di Geffen incontra altri dettagli di stile che fanno la differenza in quest’area. Delicate tende rosa cipria incorniciano le grandi finestre con vista sul giardino creando un’atmosfera ancora più sofisticata e rilassante. Un angolo make-up crea una femminile punteggiatura nello spazio del guardaroba che presenta armadiature scorrevoli in vetro finite nel medesimo colore avorio delle pareti. Scisto nero e corten nei rivestimenti del bagno padronale enfatizzano per contrasto la figura sinuosa della vasca free-standing in corian bianco dal design contemporaneo.

Per amplificare al massimo nel paesaggio domestico le viste outdoor, che contemplano una preziosa piscina, con vasca idromassaggio, foderata in pietra verde del Guatemala, gli interni sono stati infatti bilanciati con sapienti vuoti e trasparenze permeabili allo sguardo e alla luce naturale."

A un’essenziale scala in legno di rovere scurito, come i pavimenti, a fianco del corpo ascensore, si affida il collegamento con le camere dei bambini dislocate al piano più alto. Queste sono state concepite come vere e proprie suite su due livelli uniti da altre scale interne in metallo e legno: sopra, il letto, la scrivania e la libreria; sotto, il bagno e una zona da condividere con gli amici. Qui il mood del progetto d’interni cambia decisamente registro. Gli ambienti diventano molto più colorati, gioiosi e avvolgenti. Sebbene aree di interesse per i piccoli si trovino anche nel seminterrato, dove si sviluppano la sala cinema, un rifugio antiaereo e altri locali di servizio, ciascuno doveva infatti ritrovare nella casa uno spazio a propria misura, confortevole e ovattato, di pace e tranquillità.

Progetto d’interni di Nurit Geffen - Foto courtesy di Oded Smadar